Tab Article
È ben detto che un popolo senza memoria sia un unione di individui senza prospettiva. Così vale nel caso del corpus delle fiabe orali celtiche. Ci consegnano non una storia bensì delle storie. Come tali non vere ma verosimili. Vale l'attenzione per quel "mondo parallelo" che è il vero fuoco del racconto celtico, in gaelico come in gallese. In queste coordinate, e non altre, va quindi cercata la ragione della persistenza di una forma narratologica che sotto la dimensione del cosiddetto "magico" evoca lo sguardo rapito di chi cerca di vedere oltre l'apparenza, attraverso la sorpresa, lo straniamento e, soprattutto, la curiosità. Le leggende celtiche ci rinviano a un Noi che è innervato nella terra che l'ha prodotto e chi si rinnova nel confronto con essa, con i suoi luoghi, i suoi tempi, le sue logiche.